Gattopardo non ti temo

Gattopardo non ti temo

Quasi 6 mesi ovvero 23 settimane più o meno, circa 161 giorni di Inquilino e ancora a volte mi scordo di essere incinta. Non è che mi scordi della cosa perché di punto in bianco mi sia riscoperta madre inside, o perché sia il ritratto della salute gravida. Io mi dimentico perché, ancora, mi pare impossibile possa essere accaduto a me. Delle volte mi sveglio di notte per pisciare e tutta claudicante mi dirigo verso il bagno e mi dico: “ah che male sto fianco, chissà come mai!”. “Eh, chissà come mai pirla della madonna, sarà per caso che stai tutta panzona? eh, sarà mica quello il motivo?!”, mi rispondo. Oppure tipo quando guardo i negozi e trovo un paio di micro jeans che adoro e sono lì lì per entrare e di nuovo: “dove vai poraccia, che al massimo quelli ti stanno nel polpaccio”. O ancora quando esco con le mie amiche e ordiniamo da bere, io tutta carica, con una mano già nella borsa per tirare fuori una paglia, chiedo: “un mojito, per favore”, gli occhi del cameriere cadono sulla mia pancia e io, con la tristezza nel cuore e le braccia conserte, mi correggo dicendo: ” un mojito…analcolico, naturalmente”. Ad oggi posso tranquillamente affermare di aver metabolizzato lo shock del test positivo, ma che fra circa 3 mesi ci sarà per sempre un rospo al mio fianco, no quello ancora non l’ho metabolizzato. Non solo non l’ho metabolizzato, ma porco cazzo, faccio proprio fatica a realizzarlo. Mesi fa la faccenda mi faceva una paura fottuta, oggi mi elettrizza e al tempo stesso fatico ad immaginarmela.

E’ proprio vero che per fare un bambino ci vogliono nove mesi e una volta su un libro ho letto che questo tempo serve perché da uno devi diventare due. Non solo adesso ho due cuori, quattro mani e quattro piedi ma ogni giorno un pezzetto di paura va via e un pezzetto di coraggio si aggiunge.

Soprattutto in questi mesi mi sta cambiando la mentalità, non la testa, perché io sono sempre quella di prima, ma si è impennata la curva del “fottesega cosa succederà”. Tutti a dirmi che la vita cambierà e quante cose non potrò più fare, beh prima ci stavo male, adesso invece dico: “vabbè se ci sei riuscito te a crescere un figlio, io posso mettere su l’asilo”. Anche i primi mesi di gravidanza i non puoi fare si sprecavano e invece ho fatto e continuo a fare più o meno le stesse cose di prima ma proporzionate alle dimensioni della casa dell’Inquilino.
Alla fine è vero che le cose mi piacciono così come sono e non volevo e non voglio cambiare nulla, ma delle volte per non cambiare niente, bisogna cambiare tutto (non lo dico mica io, eh! Nel Gattopardo, mi pare si dicesse una roba del genere).

Gattopardo non ti temo

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