GGG: la gestione della gestante in gestazione

GGG: la gestione della gestante in gestazione

Dall’esatto istante in cui il pisciatest ha decretato l’esistenza di un inquilino, io che fino a quel momento non avevo mai e poi mai parlato di bambini praticamente con nessuno, sono stata sommersa di teorie sulla qualunque da chiunque. Tipo che anche il muratore sull’impalcatura di fronte a casa si è sentito in diritto di dire la sua sulla gestione della mia gestazione, come se sulla pancia c’avessi scritto “la tua opinione per noi conta”.
Ad un certo punto della mia vita ho scoperto infatti che tira più un tocco di panza da gravidanza che un carro di buoi e ovunque vada mi ritrovo al centro dell’attenzione…nel bene e nel male.

Nell’arco di una giornata sono sottoposta costantemente ad un serrato colloquio con lo psicologo di turno nelle vesti di impiegata delle poste, cassiera del supermercato, vicino di casa ecc. Ormai la prassi vuole una sfilza di domande che vanno dal: “ah ma aspetti un bimbo? non lo sapevo!” (per forza, porca minchia, non ti ho mai visto prima in vita mia) al “ma sei felice?” (ma che cazzo di domanda è “sei felice?” ??? A te che ti conosco da 3 minuti e mi stai facendo pagare una multa, dunque mi stai pure sulle palle, secondo te cosa posso risponderti? Perché quando si parla di bambini dobbiamo affrontare sempre i massimi sistemi?).

Ormai, però ho assimilato la convenzione. Ho imparato l’arte… e l’ho messa da parte per rimanere fedele a me stessa e al mio voler essere madre così.
Quindi ho capito il giochino ma lo rispetto in parte e le mie risposte, di solito, sono: “dentro la mia pancia abita Diego, sì è un maschio. Nasce ad ottobre. Sono al settimo mese. Sono immensamente felice ma non vedo l’ora di finirla sta storia della pancia. No, non sono orribile ma ho semplicemente voglia di tornare quella di prima. Oh no, no la gravidanza non è un momento splendido. Non è vero che non l’ho presa bene e sì, ripeto, sono felice ma ho voglia di addormentarmi a pancia sotto e andare a correre con un panino alla porchetta in mano. Lo so che sono piccole cose rispetto alla nascita di un figlio, ma io adoro le piccole cose. Voglio il figlio e queste piccole cose. Non devo scegliere, non è che io sia più madre se mi immolo al sacrificio e alle rinunce. Posso essere mamma comunque facendo tutto ciò che mi piace ma con mio figlio appresso…e un panino alla porchetta”.
E allora mi sono detta che forse sì sarò una pessima madre, può essere, ma il mio Dieghino lo sa già che questo passa il convento!

Ad un certo punto però ho dovuto anche ascoltare le voci bianche intorno a me: fidanzato, mamma e amiche e andare in maternità. Soprattutto ho dovuto ascoltare il mio utero che non aveva più nessuna intenzione di farmi stare in piedi dalla mattina alla sera, e tirare i remi in barca rispettando la legge della dolce attesa: GODERSI LA GRAVIDANZA.
E allora uno pensa che gran ficata la maternità, adesso faccio tutte quelle cose che mi piace fare e che non ho mai tempo di fare: andare al mare, andare a nuotare, imparare a cucinare cenette succulente ecc. E invece no!!! NO! Perché qualunque cosa io faccia, il mondo intorno a me si incazza.
– “Non fare niente da mangiare, non strapazzarti. Goditi questo momento e riposati”
– “Non andare al mare, è caldo. Goditi questo momento e riposati”
– “Non andare a nuotare che è faticoso. Goditi questo momento e riposati”

Quindi ficata un fico secco!
Io comunque pensavo di essere solo incinta e non dover interpretare il ruolo della mummia Tutankhamon.

GGG: la gestione della gestante in gestazione