Vieni e cambiami la vita

Vieni e cambiami la vita

31 settimane e un corpo che non riesce più a seguire il cervello.
Ho passi lenti e pensieri veloci e dei giorni sono stanca, cazzo se sono stanca. Dei giorni sono così stanca che quando dormo sogno di dormire. Stanca poi di fare cosa? Per i miei standard faccio poco, ma quando mi fermo a pensare mi rendo conto che sto facendo un bambino dal niente, tutto confezionato artigianalmente.
Non parlo mica di chincaglieria in pasta di sale e ciondolini: io qua realizzo bambini veri fatti in casa.
Prima però, prima dell’avvio della produzione di liquido amniotico, placenta e Inquilino, io vivevo col piede spinto sull’acceleratore. Ho sempre avuto fame di tempo, non ho mai avuto abbastanza tempo e spesso quello che sognavo di avere, era proprio il tempo.
Adesso invece il dolore di un piedino tutto moccioso che spinge sullo sterno, il mal di sciatica che mi fa bestemmiare che neanche Lugaresi del distributore di Cesenatico impreca come me e le contrazioni preparatorie, mi costringono a fermarmi.
Questa cosa mi fa incazzare, oh se mi fa incazzare e la vivo come una gabbia, dorata ma una gabbia.
Essendo probabilmente affetta dalla sindrome di Stoccolma, tipo quelle che si innamorano del loro rapitore, io adesso come adesso ho bisogno di questa gabbia perché la mia pancia bulldozer mi rende immensamente piccola di fronte al mondo che corre veloce e allora come canta il buon Tommaso Paradiso “la libertà non mi da gioia, a volte, ma solo insicurezza” (la canzone non è Sotto il sole di Riccione, che sia chiaro, ma citare i TheGiornalisti in questa estate di Instagram Stories fa salire l’hype e bla bla bla).

Tornando alla mia faccenda della pancia e vivendo il paradosso dell’elefante io per assurdo respiro più adesso di quando non stavo gravida. Io non so se il paradosso dell’elefante scientificamente narra quello che penso, sicuramente no, ma ci sta bene come nome. Quello che voglio dire io è che la mia condizione attuale, ovvero quella elefantiaca e dolorante, mi costringe a fermarmi e vivere lentamente, mi costringe a camminare piano e non agitarmi, quindi certi giorni, non solo ho un sacco di malanni, ma ho anche un sacco di tempo, perché a me nessuno mi può dire niente se decido di stare tutto un pomeriggio in casa a riflettere sulla politica internazionale intrapresa dal Lusseburgo.
Una nuova me, cicciotta e sudaticcia, che ha fame di tutto ma non ha più fame di tempo.

In questo panorama però c’è sempre la gente da collocare.
La gente che a me e a Gregor tutti gli stracazzo di giorni dice: “Ah, ottavo mese? Ormai ci siamo, vedrete come vi cambia la vita… vedrete”.
E io tutte le stracazzo di volte vorrei urlare che invece fino adesso secondo loro non è cambiata? Secondo loro noi adesso stiamo vivendo pericolosamente #tuttalanottecocaemignotte?
Magari secondo questi qua noi facciamo una bomba di estate a sorsi di Vodka e Redbull, alla mattina torniamo alle 4 da tal locale, andiamo al lavoro magari con 3 ore di sonno addosso, poghiamo ai concerti e “mare forza nove, zan zan”?
In linea di massima proviamo a fare le cose di prima ma la quotidianità è per forza diversa. Diversa non è neanche il termine giusto, la quotidianità si è ridimensionata.
Si fanno piccoli viaggetti e si scoprono luoghi vicini, si va a cena fuori, si va a passeggiare ma ogni tanto alla prima panchina ci si ferma e si fanno delle chiacchiere. Ecco, si parla un sacco, si parla molto più di prima e ogni settimana che passa, più la pancia cresce, più le attività si costruiscono in maniera differente, ma va bene così, perché io adesso respiro.

Greg dal canto suo ha una vita d’ inferno con me vicino ahahah! No dai, però mentre io mi occupo della parte pratica, lui si trova a dover gestire una parte emotiva, la mia, davvero mastodontica. Probabilmente i capi di stato quando negoziano durante le crisi di governo, sono meno in difficoltà di Gregor alle prese con me e la mia pancia.

Gregor affronta sempre a testa alta, senza lasciarsi scoraggiare, i miei nervosismi. E’ consapevole del fatto che poi passa e se rompo i coglioni la colpa non è solo del mio infausto carattere ma è anche perché sto tutta sciancata e delle volte, rare, è perché c’ho ragione.
E allora forse, questo non si sa, mentre io in dei momenti piango e da fuori si vede, lui forse piange dentro come gli eroi.
Quindi la vita, sì la vita cambia da subito.
E’ cambiata immediatamente per entrambi perché nella pancia c’è un tipino che forse ci assomiglia, una personcina che ha un carattere suo, avrà un futuro e una storia da raccontare.
E allora cerchi una casa più grande, mangi meglio, metti da parte dei soldi. Nei litigi impari a ingoiare dei rospi e provi anche a fare quello che l’altro ti chiede, insomma impari a “seppellire la pioggia”.
Ogni giorno l’Inquilino si fa spazio nella nostre esistenze e adesso lui c’è sempre nei discorsi e nel futuro che ci immaginiamo.

Alla fine dei nove mesi non nasce solo un bambino, ma forse nasce anche un genitore.

Vieni e cambiami la vita

(Immagine presa da Instagram @frizzifrizzi)

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