Inquilino mollami! Missione compiuta

Inquilino mollami! Missione compiuta
Nonostante 3 flebo di antibiotici, 5 bicchierini di prostaglandine, 24 ore attaccata al monitoraggio, 4 dosi di epidurale e 12 ore di sala parto mi sono comunque resa conto che lunedì 9 ottobre alle 3.07 il mio stomaco era finalmente tornato a posto.
Disturbi quali acidità, reflussi e nausee così come sono arrivati se ne sono andati con l’atterraggio di Dieghino sul lettino della sala parto Smeraldo dell’ Infermi di Rimini.
Io sono finalmente tornata quella di prima.
No, non è vero non sono quella di prima, cioè lo sono di nuovo esteriormente, ma dentro no.
Dentro mi devo ancora scoprire, perché nel momento in cui ho sentito quel lieve gemito una bomba mi è esplosa addosso. Uno tsunami di emozioni mi ha attraversata e adesso mi devo ri-riconoscere.
Al momento sono sottoposta a una sorta di ristrutturazione affettiva totalmente involontaria che necessita di tempo. Tempo per lui, tempo per me, tempo per Greg e anche tempo per Paolino (il gatto). Insomma in una settimana sono diventata un dispenser di coccole a tempo pieno.
Al momento so che la bellezza vera misura 50 cm è pesa 3 kg.
Ho le narici piene di un profumo che sarei in grado di percepire in mezzo a centomila persone ed è l’odore più buono che io abbia mai sentito.
Ho scoperto che ci sono dei versetti che fa questo bimbo che mi cullano il sonno e se dormo anche solo 3 ore, sono dormite da dio.

Ma com’è andata?
Mi ricoverano sabato per rottura prematura delle membrana, passo tutto il giorno in ospedale attaccata all’aggeggio per verificare l’intensità delle contrazioni. Praticamente ne avevo di più al quinto mese che a 38 settimane. Molto bene mi dico, adesso che mi ero rassegnata al naturale mi toccherà zuzzarmi tutta l’induzione per poi forse finire col cesareo.
Sabato notte alle due mi mettono il maledetto ago canula che mi pareva essere chissà cosa ma solo perché ancora non avevo partorito e inizio le flebo di antibiotico, io che una flebo non l’avevo manco mai vista in foto.
Domenica mattina dopo una notte insonne ecco che comincio i bicchieri di induzione ogni 3 ore e relativo monitoraggio e intanto penso che fino ad allora gli unici bicchierini bevuti erano gli shortini di vodka.
_ Primo bicchiere, acqua fresca per il mio utero.
_ Secondo bicchiere, acqua frizzante per il mio utero
_ Terzo bicchiere, comincio a sentire qualcosa.
Passo ore a camminare fuori, fare le scale, e poi di nuovo camminare e poi ancora scale.
E c’è gente che vede me panzona in vestaglia e ciabatte salire e scendere e chissà se sanno vhe sta melina aiuta il travaglio.
_ Quarto bicchiere arrivano le contrazioni.
Doccia bollente ed entro in sala parto in un orario che va dalle 17 alle 18.
Ago canula, questa volta sulla schiena per l’epidurale e viva Dio rinasco.
_ Quinto bicchiere, porca mignotta muoio.

Le contrazioni sono a tratti forti da non respirare e a tratti debolissime che se non aumentano mi manderanno a casa ancora tutta incinta.
Finalmente entra Gregor che mi porta da mangiare e comincia l’avventura.
Le ore trascorse insieme lì dentro sono state ore infinite e brevissime. Ore sudate, sussurrate e urlate. Il parto è schifoso e meraviglioso al tempo stesso. È intimo ma spudorato. Il parto è sporco ma di un candore incredibile. Il parto è dire di non farcela e sapere di farcela. Il parto è in piedi, seduta, abbracciata, nel bagno, con un panino in mano, a carponi e infine sdraiata con mio figlio addosso e Gregor di fianco.

Inquilino mollami! Missione compiuta

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