Cambio d'abito

Si torna in scena

Cambio d'abito

Cosa è successo?
Dis che la grafica del blog, visto che è femmina, doveva incipriarsi il naso e rifarsi il trucco.
Insomma c’è chi si rifà le bocce, io invece mando il blog a darsi una liftata.
No vabbè.  Dovevo cambiare qualcosa in questo marasma di post perché è cambiato Diego, è cresciuto, e con lui è cresciuto il sito.
L’inquilino cambia pelle. Ogni mese, ogni giorno, ogni ora, cambia pelle quello lì. Abbandona quell’ aspetto da bestiola della pancia, per assumere le sembianze del bambino, quei bambini fatti come i bambini che si vedono in giro. Il blog pure lo fa. Ad ogni post scritto si aggiunge un pezzettino di vita, e nella vita a volte, si ha bisogno di qualcuno che rimetta in ordine le idee senza snaturarne i contenuti.
Ecco che allora sono arrivati i Retorici, come li chiamo io, aka RETORICA COMUNICAZIONE, che hanno preso in mano la situa per renderla una faccenda migliore per chi scrive e per chi legge.

Anche noi stiamo cambiando; come famiglia intendo. Spesso mi ritrovo a pensare: “Come minchia ci siamo arrivati fin qui?”. E la risposta è che ci siamo arrivati con pazienza, calma e serenità d’animo.
Non è vero un benamato! Ci siamo arrivati scapicollandoci passo dopo parolaccia, parolaccia dopo sorriso, sorriso dopo pianto, pianto dopo litigata, litigata dopo amore, amore dopo litigata ma soprattutto sempre come una squadra.

L’estate scorsa di questi tempi portavo in giro un panzone e vivevo l’attesa… attendendo. Erano giornate lente dove io stessa e tutti quelli intorno a me pensavamo al mio benessere attraverso la soddisfazione di ogni mio desiderio. Mò le cose sono cambiate parecchio, perché dato che non sto più tutta incinta e non è che possa far finta di esserlo, tu cara Elena levati dalle palle che qua c’è un bambino da crescere, un negozio da aprire, da andare a lavorare e una casa da trovare…ah sì, i traslochi nella nostra vita, tra un cazzo e un ammazzo, sono una costante pressoché annuale.

Ho tante cose da raccontare e lo farò

In questo periodo c’è da dire che appena qualcuno mi vede seduta al pc, pensa che sia cosa buona e giusta smanarmi la bolgia e affidarmi un compito, fosse solo contare i chicchi di riso. A volte io stessa mi dico: “Che cazzo faccio? Sono impazzita? Mi sono seduta?”. In questi mesi in cui c’è un bambino da crescere, un negozio da aprire, da andare a lavorare e una casa da trovare, certe attività le ho dovute accantonare.

E allora è anche un po’ per questo che ho deciso di cambiare il vestitino al blog, perché sapevo di dover rosicchiare del tempo da qualche parte, che qualcosa dovevo stoppare e che la grafica sarebbe stata, prima o poi, una cosa da modificare. Perché non farlo ora?

Adesso che abbiamo dato un calcio in culo ad ogni cosa, a Diego no eh, e tutto sta assumendo una direzione, giusta o sbagliata che sia lo scopriremo, posso tornare a raccontare di questi MOmenti di TRAscurabile Maternità. Posso tornare a elucubrazioni materne, faccende di gattonaggi mirabolanti, coscette zizzottelle, manine assassine e scrivere di tutte quelle volte in cui in una giornata, anzi no in mezza giornata, anzi no, che dico mezza giornata ma in un’ora, passo dal pensare: “Voglio 100 figli” al “Chiudetemi le tube, in questo preciso istante!”.

E intanto nel mio tempo libero, rinconducibile al momento in cui faccio la cacca e quindi sto seduta, canticchio una canzone: “Tempo per lamentarmi non ne ho neanche per un po’/ Posso permettermi di piangere o lamentare mancanze…” (Cromosomi – Lo Stato Sociale).

 

Cambio d'abito
ph. Davide Zecchetto

 

 

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