Doppia cifra, baby!

La nostra scalata verso l'anno

Apro il portone, salgo le scale, arrivo sul corridoio del mio appartamento e uno strano silenzio lo avvolge. Non sento urletti, gridolini o schiamazzi. Non sento Greg dire: “Diego no! Non si lancia il biberon al gatto”, “Diego no, non puoi arrampicarti sul tavolo”, “Diego le ditaaaaa”.
Vabbè, starà dormendo mi dico e infilo piano la chiave nella toppa. Entro, vado in cucina e mi ritrovo davanti ad una scena che dire raccapricciante, è dire poco: il mio meraviglioso bambino se ne stava seduto composto sul seggiolone, immobile, serio-serio e in silenzio. Greg intanto spadellava serenamente la cena e mentre il mio piccolo rospo di felicità faceva i suoi giochi tranquillo.

“Che cazzo sta succedendo?” dico io.
Greg sobbalza: “Ah ciao amore non ti ho sentita entrare…Niente perché?” dice lui.
“Amore? Amoreee cosa? Che cos’ha il mio bambino? Sta male? Ha la febbre? Perché non mi chiamate?” incalzo io assolutamente convinta che la peste, la lebbre e la malaria avessero colpito la pacata creatura.
Diego mi fissa, Greg mi fissa cadendo dal pero e io già con il termometro in mano misuravo la febbre al bambino scambiato che sedeva alla mia tavola senza fare il colibrì festaiolo con le braccia.
Per fortuna il fattaccio è durato poco, il colibrì è tornato in un batter d’ali, anzi no di braccia e la situazione è rientrata grazie alla combo morso-tirata di capelli che mi farebbe riconoscere Diego tra mille mila mocciosi.

Benvenuti dieci mesi

Ecco, per questo assaggio di doppia cifra ricevuto fin’ora, i dieci mesi sono delle montagne russe. Un giorno posso portarmi dietro il nanetto dalla parrucchiera e starci un’ora e mezza con lui buono e beato e il giorno dopo neanche a fare la spesa tipo un Beep Beep de no’ atri, perché non solo prova a scalare il passeggino ma giuro che l’abbiamo beccato fregare la frutta dal banco e mangiarla.

I dieci mesi sono tipo i sei ma più spaccaculi. Sono gattonare, aprire sportelli e cassetti con manine consapevoli di far danni, aggrapparsi al divano e mettersi in piedi, fregarti il cucchiaio dalle mani e usarlo da solo tipo badile spalmando cibo in posti della casa che manco sapevi esistessero. I dieci mesi sono tanta energia incanalata nel macello. I dieci mesi sono mammoni , piccolini che vogliono viverti addosso e in braccio quando non combinano guai in giro per casa. I dici mesi sono giornate meravigliose senza mai piangere che si trasformano in serate di una lagna senza soluzione o viceversa. I dici mesi sono il grande salto, secondo me, tra l’essere ancora un poco neonati e appena-appena bambini.

Oggi, se ripenso a Diego nella pancia, non sapevo immaginarlo. Lui ha scelto di arrivare e di essere la migliore delle mie aspettative. Io non sono mai soddisfatta al 100%, e non perché sia una perfezionista ma semplicemente perché sono una sega di donna, ma ogni cosa che faccio, che vedo o che compro è sempre e comunque leggermente migliorabile…tranne lui.

Diego è esattamente, pienamente, perfettamente come lo sognavo se solo fossi stata in grado di sognare così in grande.

 

ph. Davide Zecchetto

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