Un bambino capita...

...come la serata perfetta che non mi aspettavo

“Un figlio l’ho cercato”
“Un figlio l’ho desiderato così tanto”
“Un figlio lo volevo più di ogni altra cosa”

Io incinta, invece, dis che capita.
In giro, per la ggente intendo, sono quella che “ci è rimasta”. Sono quella che il figlio non lo cercava e chissà se alla fine lo ama. Sono quella che il bambino è stato un incidente perché i bambini vanno cercati, programmati e progettati manco fossero dei plastici di architettura. Perché devi essere pronta, preparata e studiata per accogliere un bambino. Perché devi essere sicura di voler essere mamma.
Io lo so che se lo chiedono se davvero, adesso, ne sono felice.

Prima.

Prima che ci capitassi gravida, Greg e la sottoscritta hanno convissuto senza prole, tipo due giorni, in un bilocale scrauso in centro. L’appartamento era su due piani e al piano terra avevamo un divano letto sul quale rilassavo le terga stanche dopo una sessione di aperitivi serali.
Un giorno a Greg è venuta la malsana idea di svegliarmi per farmi andare a letto… Appurato che il giovine è ancora vivo da poter narrare l’accaduto sappiate però che è tutt’ora in cura da uno psichiatra per superare lo schok causato dalla mia reazione.
Capite perché io un figlio non lo cercavo? Io sono così, o meglio, ero così. Esagerata? Pessima? Ignorante come la merda, è il termine esatto.
Sono conscia del fatto che viviamo in una società civile ma a me l’esigenze altrui mi hanno sempre recato disturbo. I bisogni della gente potevano compromettere la mia indipendenza. Indipendenza da cosa poi non lo so, dato che spesso il mio tempo lo buttavo nel cesso.
E un bambino in fondo è un fagotto ambulante carico di esigenze. Anzi no, ambulante no, perché ha bisogno di qualcuno anche per gli spostamenti.
Poco dopo, incinta ci sono finita, per fortuna! Ignorante lo sono tutt’ora ma l’esigenze degli altri non mi mandano più a puttane il cervello. Dire che le accolgo a braccia aperte non è esatto ma non vado più in giro ad ammazzare la gente se non dormo 14 ore.
Eh già, da quando c’è Diego infatti soddisfo esigenze h24 quindi sono allenatissima, il letto è diventato un luogo ambito e il mio cuore un posto migliore.

Dopo.

Dopo l’arrivo di Diego sono ancora più consapevole del fatto che lui:
non sia arrivato perché avessi bisogno di qualcuno a completarmi. Mi sono sempre sentita pienamente intera.
Non è arrivato per colmare un vuoto della mia femminilità. L’essere madre non fa di me una donna migliore. Mi rende forse una persona migliore ma semplicemente perché mi sono dovuta ammorbidire e smussare. Nel mio caso doveva arrivare un bambino a rendermi meno spigolosa, magari a qualcun’altro capita altro. I cambi di rotta sono innumerevoli nella vita della gente.
Non lo cercavamo, come coppia intendo, per sentirci più uniti. Non serviva un collante, anzi Diego lo sapeva benissimo dove recarsi per trovare amore. E’ cascato parecchio in piedi.

Sono fiera ed orgogliosa del fatto che sia capitato perché è libero da tutte quelle pressioni che a volte le persone ripongono in un figlio. Da lui non dipende il mio valore, perché è un plusvalore.

Ne sono felice?

Avete presente quando una serata infrasettimanale a caso si trasforma nella serata della vita e dal capodanno invece ci si aspetta chissà cosa e altro non è che un 31 dicembre qualunque?  Mentre quest’ultimo finisce nel dimenticatoio insieme a tutti gli altri capodanni, la serata senza aspettative, quella che non pensavi potesse succedere, assume le sembianze del memorabile e a distanza di tempo viene ancora raccontata durante le cene tra amici.

Ecco, Diego è così, è la serata perfetta che non mi aspettavo.
Diego è capitato così come capita l’amore.

 

 

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