Un anno memorabile

Parte 1/3

7 ottobre 2017

Era sabato e Greg dormiva perché avrebbe cominciato il turno solo alle 11.15.

Il giorno precedente, il venerdì 6, avevo camminato per 4 km, cosa che facevo praticamente sempre ma non è che fossi sempre a 38+3. Ero andata a trovare mamma a casa e appena varcato l’ingresso mi aveva piantato nella face i suoi occhioni e urlato solo come solo Wanna Marchi sa fare: “Tuuuu tra poco lo fai!”.
E’ un vero peccato che le sue doti veggenti trovino riscontro solo nelle gravide e non nel Lotto. Sarebbe molto più utile che indovinasse i numeri del lotto piuttosto che le dpp, tanto poi alle incinte ci pensa il dottore.
Non ero però riuscita a tornare a casa mia a piedi perché mi si induriva la pancia come quando fai i fanghi anti-cellulite sulle cosce e senti tirare la pelle dell chiappe. Ecco, stessa identica sensazione ma traslata sul cocomero.
La serata non mostra particolari accadimenti degni di nota.

Mentre il venerdì c’era un nebbione che neanche a gennaio al casello di Piacenza Nord  sull’A14 , il sabato pareva fosse tornato agosto.
Alle 8.00 mi sveglio completamente pisciata e al mio cervello si affacciano due ipotesi: o in preda ad un attacco di sonnambulismo gravidico mi sono recata all’Oktober Fest scolandomi l’intero stand o, cosa più papabile, NON è pipì! “Porcaccia mignotta porca l’oca, porco cazzo, Davideeeeeeee svegliati mi si sono rotte le acque“.
Non sentivo nulla, assolutamente nulla, niente di niente. Nessun dolore, nessuna contrazione, nessun indurimento. Stavo talmente bene che avevo detto a Davide di fare pure con calma che tanto non mi ero mai sentita tanto poco incinta come in quel momento. Lungo il tragitto per l’ospedale ci eravamo fermati a fare colazione, ci eravamo scordati la cartellina delle analisi ed eravamo tornati indietro in una bolla di assoluto cazzeggio così come se dovessimo andare a pranzo a marina invece che a partorire.
Unico neo: il rubinetto aperto dentro la patata.

7 ottobre 2018

Oggi è trascorso un anno da quello che io definisco il ‘partire a razzo e finire a cazzo’ di Diego.
E’ trascorso un anno dal suo: “Mamma nasco, eccomi, arrivo, sto uscendo e no! Dai, facciamo un’ altro giorno. Oggi non mi va. Sono un simpatico burlone, era solo uno sgherzoooone”.
E’ trascorso un anno da quando avevo rispedito tutti a casa perché: “Tanto non nasce oggi, le contrazioni sono talmente impercettibili da essere sotto il livello del mare, mi state sulle palle, levatevi, eclissatevi immediatamente”. Sapete cos’hanno davvero fatto mia mamma e Greg? Sono andati via!
Mia mamma aveva una cena sua, solita da super PR qual è e Davide è andato a lavorare.
E’ trascorso un anno da quando sottovoce parlavo alla mia pancia e dicevo: “Che stai a fà? Mi pigli per il culo? Guarda Diego che tanto prima o poi devi uscire da lì. Io sarò qui ad aspettarti e poi mi senti, eh. Ormai il casino l’hai combinato, hai rotto il sacco e anche le palle. Adesso esci!”

NIENTE DA FARE è STATO IRREMOVIBILE…è tutto suo padre, assomiglia a suo padre, però la testa dura quella l’ha presa da me (così, per parafrasare J-AX).

Oggi è estate esattamente come un anno fa e oggi festeggeremo questo anno passato insieme a quel soggetto di mio figlio alle calcagne.
Non è stato una anno romantico, la maternità non è romantica.

E’ stato un anno col botto. Un anno memorabile ed effettivamente Diego è super simpatico esattamente come la sua mamma.

 

 

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