Breve storia di come ho fatto pace col vecchio anno

Istruzioni d'uso per il 2019

Quando scrivo, scrivo il vero. A volte un po’ romanzato, altre un po’ condito ma l’ossatura è la verità Fondamentalmente è facile: di un tarlo, un difetto, un pregio o un episodio accaduto si fa una gigantografia, la si esaspera e il gioco è fatto.
Tra le righe dei miei post qui sul blog e su Ig, sicuramente si sarà intuito che quest’anno “me so’ lagnata pure di stocazzo”; eh già, è stato un anno strano.
Non brutto, anzi, però faticoso. Litigioso, contorto, a tratti incomprensibile.
Un anno fatto di scelte importanti prese con leggerezza e serenità e decisioni banali diventate problemi insormontabili. Un anno di soddisfazioni inaspettate e di cose fortemente volute e mai arrivate.

Certe volte ho sprecato un sacco di energia, mi sono arrampicata su per i muri per poi accorgermi che la soluzione ce l’avevo di fronte, ovvero un bambino che in quest’anno ha avuto tutte le sue più importanti prime volte, un bambino la cui felicità è davvero l’unica cosa che conta.

Cose che ho imparato dal vecchio anno

Il 27 dicembre 2018, tutto questo è diventato cristallino perché lei me lo ha sbattuto in faccia.
Conosco Sara in un posto che non è certo dei migliori, ma che ci frega, non è importante il posto, il mio caffè acido e la sua pizzetta lasciata a metà. Siamo importanti noi che ci incontriamo per la prima volta. È importante lei e la sua storia. La mia la conosce già abbastanza bene dal blog ma comunque è la sua quella che conta.
Io esco dal lavoro e arrivo lì che puzzo di sudore e ho i capelli sporchi. Sara mi aspetta al bar dell’ ospedale ed è perfetta. Ha la pelle che pare appena uscita dall’estetista e i capelli più lucidi che abbia mai visto. Ha lo sguardo fiero, la voce tranquilla quando mi parla. È clinica nella spiegazione, di quella minuzia di una che si fa il culo a studiare per capire cosa sta succedendo.

Quando sto per andare a casa ci diciamo che dobbiamo imparare a lasciare perdere, sì siamo molto simili. E allora mi risuona in testa una frase di Greg di qualche mese fa quando mi ha detto che con me spesso, i piccoli problemi quotidiani, assumono i contorni del tragico.
È vero, cazzo se è vero!

La più grande lezione di questo 2018 me l’ha data una persona mai vista e mai conosciuta prima…ecco quindi le magie dell’internet. Grazie Sara perché ho capito che un anno trascorso a cercare di avere ragione è un anno buttato. Ho capito che il mondo è fatto di gente parecchio bella e io nel 2019, certi giorni, posso fare di meglio per le persone a cui voglio bene, tipo smettere di sabotare i miei rapporti.
E soprattutto nell’anno avvenire mi piacerebbe incontrare ancora un sacco di volte la mia nuova, saggia amica (in evidenza nella foto col suo bimbo Cesare).

(Sara e Cesare)

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