Chissà Bowlby quanti pannolini ha cambiato in vita sua

Post ad alto tasso di rivelazioni incredibili

Oggi voglio iniziare così, un po’ ignorante, cosa che effettivamente sono.
Sono anche una brutta persona, lo so, ma l’internet di un certo tipo in questo momento mi sta sulle palle. La maternità edulcorata di certi profili mi sta sulle palle e sopratutto certi commenti stupidi che esaltano questa rappresentazione sbagliata della donna-mamma mi stanno sulle palle.

Non mi piace, non mi piace e non mi piace chi si prende troppo sul serio e affronta tutto come un miracolo facendolo cadere dall’alto: l’abbigliamento del bambino, il gioco del bambino, il sorriso del bambino, lo svezzamento del bambino, la nanna del bambino.
Non mi piace però neanche chi minimizza certi comportamenti degli adulti facendo passare per roba scherzosa il padre che non cambia il pannolino, il padre che non prende decisioni in termini di crescita del figlio, il padre che ha paura a passare due ore da solo col pupo.

Mi crea un disturbo psicologico constatare come la mia nonnina di 93 anni che ha cresciuto quattro figli in tempo di guerra sia molto ma molto più emancipata di un certo tipo di donna che vedo nel 2018.
La questione è questa e sarò parecchio impopolare: tu ragazza-mamma di 30 anni non puoi avere come massima occupazione le ciglia lunghe come l’A14, le extension in pelo di orangotango, il massaggio sailcazzo come, la tutina del pargolo fatta all’uncinetto da una tessitrice cieca e il mangiarino del bambino rigorosamente super bio essicato al sole di maggio perché quello di luglio scotta troppo.
Non puoi perché tutto ciò è di una sterilità drammatica! Non puoi perché la donna, la mamma, la femmina, mettila un po’ come ti pare, non è quella roba lì.

Con questo non voglio dire abbasso la ceretta, la tinta ai capelli e la palestra, ma voglio dire che è auspicabile una giusta via di mezzo. Voglio aggiungere che se ti vendi per la mamma della porta accanto sappi che quelli non sono i problemi della mamma di oggi, che non sei né la prima né l’ultima donna a partorire, a viaggiare col figlio, a svezzarlo e via dicendo. Se ogni tanto il marmocchio indossa una tutina di H&M e mangia un omogenizzato e tu salti un massaggio ai garetti, sopravviverete comunque al logorio della vita moderna.
Soprattutto voglio dire che se hai tanto tempo a disposizione impiegalo in cose più utili alla comunità, porca troia!

Detto ciò il pippone non è finito…

A questa faccenda si aggiunge il malessere che mi scatenano certi padri.
Oh mio Dio, sto denunciando un fatto gravissimo, il bambino ha anche un padre.
Sì perché se leggete l’internet, bucatemelo sto internet, tutta quella roba che parla di attaccamento materno, della sicurezza che la madre deve infondere al bambino, delle abitudini da trasmettere, della routine consolante e di quanta roba la mamma e solo la mamma può e deve fare per l’esserino frugolino, non viene mai citato il portatore sano di pisello. Cioè ma il babbo, il papà, insomma quello che in casa porta i pantaloni non ha nessun compito? Nessun dovere? Nessuna resposabilità? Se il bambino crescendo diventerà un uomo con un carattere di merda sarà solo colpa del fatto che la mamma magari lavorava invece di stare a casa a essicargli l’omogenizzato ad alito?

Beh sappiate care mie che tutto la roba sopra elencata non fa che alimentare un certo maledetto pregiudizio sulle donne e sulle mamme che non chiamerò mai pancine perché è un termine abominevole…ma ci siamo capite!

 

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