Dovremmo monetizzare questo nostro grande amore

Dovremmo monetizzare questo nostro grande amore

Nei miei rapporti con l’altro sesso ho sempre capito che qualcosa non andava perché se c’era una cosa che mi mancava era la mancanza, mi mancava avere nostalgia di qualcuno.
La solitudine da sola non l’ho mai sofferta (adoro l’immagine di me attempata e seduta al bancone di un bar con un Martini in mano), perché spesso mi sono sentita più abbandonata con qualcuno accanto. E allora perché con gli altri no e con Greg sì?
La risposta l’ho trovata in certi momenti con lui. Momenti di assoluta e totale perfezione trascorsi insieme. Non parlo di giornate, non parlo di ore, parlo di brevissimi attimi di vera e reale bellezza. Istanti in cui, sinceramente, non sarei voluta essere in nessun altro luogo se non quello, non sarei voluta essere nessun’altra persona se non me stessa e non avrei voluto fare altro che quello che stavo facendo.
Io, personalmente, è su questi attimi che interrompono la quotidianità, che baso la mia relazione con lui. Probabilmente è per questo mio sentirmi così bene, che ad un certo punto l’Inquilino ha deciso di fare la sua comparsa.

Probabilmente non solo io stavo bene ma anche il mio utero non se la passava tanto male come diversi ginecologi mi avevano detto. L’Inquilino, non si è sempre chiamato così, ma è uno status acquisito solo successivamente e in concomitanza con l’accettazione, di settimana in settimana, della faccenda da parte mia.
Diciamo che l’Inquilino è diventato tale intorno all’ottava settimana perché prima di allora si chiamava fagiolo, fratello di pollo (Paolo detto pollo è il nostro gatto), ancora prima rospo e all’inizio io e Greg l’avevamo chiamato, addirittura, il problema.

In questo periodo, però l’Inquilino aveva anche deciso di farmela pagare per tutti i soprannomi, con dei vomiti potenti che risalivano l’esofago nei momenti meno opportuni. Di conseguenza non si poteva più nascondere la questione al lavoro.
Il giorno in cui abbiamo vuotato il sacco, nella mia testa mi ero visualizzata una tragedia shakespeariana, in cui il nostro amore veniva contrastato dai “poteri forti”, e Greg veniva spostato in un negozio sperduto ai piedi dell’Himalaya e io mi sarei dovuta smazzare tutta da sola, o peggio in compagnia del generale mamma Rosa, il neonato. E invece per fortuna non è successo un bel cazzo di niente. C’hanno fatto i complimenti e benvenuto Inquilino.
(8-10 settimane)

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