Tutti veggenti con le pance altrui

Tutti veggenti con le pance altrui

Se hai tante nausee sarà sicuramente femmina, dicevan le nonne!
Ah cazzo, dico io, visto e considerato il mio stato attuale, se è vero partorirò una tettona già ossigenata di 1,80 m.
Se hai tante nausee avrà sicuramente tanti capelli, dicevan sempre le nonnine, che a quanto pare ne sapevano a pacchi di ostetricia e ginecologia!
Perfetto, penso io, faccio un pargolo che uomo lupo, yeti e orso bruno scansatevi proprio.
Se hai tante nausee alla mattina è…se le hai al pomeriggio è… se le hai alla sera è …che due maroni, ero incinta da 3 giorni e intorno c’avevo il quizzone sul sesso dell’inquilino.
La medicina non ha fatto sicuramente passi in avanti per scovare metodi alternativi all’arcaica pratica del parto, ma in campo diagnostico basta che schiocchi le dita e metti mano al bancomat che ti sputano fuori referti dove ti dicono anche i peli del culo del marmocchio.
Infatti per sapere se è maschio o femmina non serve mica più aspettare la semplicissima e gratuita eco morfologica del quinto mese, basta solo chiamare un futuristico centro diagnostico iper privato e prenotare un misteriosissimo Gtest alla modica cifra di un trimilione di dollari e una fetta di culo impanata, per aver svelato l’ottavo mistero di Fatima. A dire il vero questo super accuratissimo e non invasivo test oltre al sesso pare svelare ogni quelquel di alterazione cromosomica, quindi l’utilità di farlo il prima possibile è reale (ma non economica).
Fatto sta che l’ esame #ciaopovery l’ho fatto in un laboratorio che pare essere il Cern di Ginevra e dove mi hanno chiesto così tante cose che ad un certo punto io mi aspettavo chissà cosa e invece davvero cosa! Ah niente, un prelievo di sangue uguale uguale a quello che mi fa l’infermiera Lella dell’Asl di Santarcangelo di Romagna, che poi però poco ci manca che se mi viene il calo di pressione mi faccia anche la piada con la nutella.

Fatto il prelievo dovevo aspettare una settimana prima di ricevere il responso e io in quella settimana ho praticamente stilato l’albero genealogico delle malattie della mia famiglia dall’avanti Cristo ai giorni nostri e fatto anche numerose interrogazioni a Greg per vedere se riuscivo a farmi consegnare le cartelle cliniche di tutti i suoi parenti. Ma purtroppo niente di fatto!
Per distrarci allora ci rincoglionivamo sui nomi: Emilia, Sole o Nina se è femmina, Noel, Nathan o Diego se è maschio. A me piaceva molto Sole ma Greg disse che non gli si addiceva come nome per sua figlia, che era meglio chiamarla Buia allora, vabbè non commento. Mamma mi disse che in caso di bambino maschio, se avessimo chiamato il suo nipotino Noel, non sarebbe più stato suo nipote né io sua figlia. Alè!
Io volevo un maschio e anche alle mie amiche sarebbe piaciuto un maschio (a dire la verità tutte tranne una, Eleonora, che bramava la femmina perché lei il maschio l’ha già avuto, suo fratello) e una volte ottenuto il risultato avevo pensato di annunciarlo con una piccola festa in casa dove però nulla doveva svelare il sesso fino al taglio della torta, la quale aveva il pan di spagna del colore di riferimento. Un lunedì mattina mi dissero che tutto era perfetto, che l’inquilino era sano come un pesce e organizzai la festa per il sabato.

Quando tagliai la torta il pan di spagna era azzurro (tutte le mie amiche sostengono tutt’ora che il pan di spagna fosse verde, ma in realtà era blu). Eleonora spera ancóra fortemente nello 0,02% di margine d’errorere del Gtest.

L’Inquilino della pancia si chiamerà DIEGO!

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