Testa di neonato

testa di neonato

Mezzo anno e più. Eh già, perché Diego ha sei mesi e mezzo, una “certa età” insomma.

Questo potrebbe essere periodo di bilanci e forse un po’ lo è perché sono cambiata tanto in questi mesi, come mai avrei immaginato, quando ero incinta.
Infatti non mi sono innamorata della pancia, e questo tutt’ora lo dico, ma mi sono innamorata di Diego come non credevo possibile.
Nonostante fossi molto vulnerabile durante i primi mesi della mia vita da mamma, ora sono tanto, tanto più forte, e non solo come mamma ma proprio come persona, come Elena. Perché quando arriva la primavera, e le giornate invernali trascorse in casa da sola con un neonato da accudire finiscono, capisci davvero quanto adesso non faccia più paura quasi nulla.
Sì perché delle volte, fra dicembre, gennaio e febbraio, il tempo non passava mai.
Dodici ore di solitudine al giorno in effetti non sono esattamente corte, se ripetute più volte a settimana, più settimane al mese. Per me, che lo spirito da crocerossina non l’ho mai avuto, imparare a prendermi cura di qualcuno che non fossi io, tutti i giorni per tutto il giorno, non è stata una passeggiata. Però poi l’ho imparato, fra una rottura di palle mia e un pianto suo, ho conosciuto quell’inquilino lì e adesso non lo mollo mica più.
In questi sei mesi non è cambiata la coppia, o meglio è cambiata, perché pur consapevole già prima di aver pescato bene nel mazzo, ho scoperto un babbo fichissimo.
Ecco, Greg è davvero una roccia e mai e dico mai, mi ha fatto dubitare di aver sbagliato. Non è stato sempre tutta una luna di miele, non dico certo questo, ci siamo arrabbiati tantissimo, ma ci siamo amati di più. Tante volte ho ripensato alla vita “libera” vissuta prima di Diego, e l’ho rimpianta. Ma giorno dopo giorno abbiamo costruito la vita con Diego e sinceramente non la vorrei mica più la mia vita di prima. Se io oggi vado così matta per il nostro lattantino è perché Greg è riuscito, non solo con l’amore ma di più con la sua enorme pazienza, a coccolare lui e farsi carico di tutte le paturnie mie.

In questi sei mesi di cambio pelle per tutti che manco i serpenti, la rivoluzione più grossa però l’ha fatta il neonato che vive a casa nostra. Se io sono diventata forte come un Avengers e Greg paziente come un monaco tibetano, sappiate che Diego invece ha imparato a stare seduto.
E allora? Allora?! Riuscire a stare seduto per un pupo è un’impresa epica paragonabile alla scoperta dell’America con tutte le caravelle e cazzi vari.
Se vi fate un giro sul web tra i siti delle mamme blogger, gli argomenti più gettonati sono la gravidanza e i primi tre mesi del bebè e poi il vuoto cosmico.
Dopo il primo trimestre evidentemente alle mamme scompare la poesia del pancione, del parto e di tutta quella roba lì e allora fottesega a tutti del neonato e che ognuno si badi al suo.
Eh no, non sono proprio d’accordo! Voglio svelarvi la verità su cosa combina un rospetto giunto al suo mezzo anno di vita.

1) A sei mesi si inizia lo svezzamento e nel mio caso l’introduzione della pappa ha reso Diego il re del mondo. Ora, io non è che sia esattamente una Masterchef della poltiglia per neonati, ma il Dudi si gusta ogni boccone come se la pappa gliel’ avesse cucinata Bottura. E’ anche vero che se gli permettessi di mangiare le gambe del tavolo, lui con quelle gengive dure dure e quella saliva che manco fosse acido solforico, riuscirebbe a ridurle in frantumi e ad ingoiarle. Con questo voglio dire che appena i vostri pupi prenderanno confidenza col cucchiaino saranno convinti che da lì esca robbbba a ciclo continuo come dal biberon o dalla tetta. Assisterete a scene di limonamenti duri col cucchiaio di silicone che “9 settimane e 1/2” a confronto è un film comico. Faranno catini di bava che se fosse di lumaca diventeremmo tutte ricche e liftate. E come proverete a levargli il loro oggetto del desiderio, un pianto a decibel mai raggiunti, vi perforerà un timpano.

2) La faccenda del cucchiaio e strettamente collegata alla loro scoperta del mondo attraverso la bocca. La fase orale è un periodo della vita del bambino durante il quale ogni oggetto animato e no, viene totalmente ricoperto di saliva e ciucciato in ogni angolo. Io sono convinta che nella loro testa di neonati si pongano il solo obbiettivo di riuscire a leccare qualcosa. Diego, nella fattispecie, non sta attraversando la fase orale, lui è la fase orale. Ogni giorno prova a ciucciare il gatto, ha ciucciato dei cani, se lo prendi in braccio ti ciuccia i capelli, la giacca, gli orecchini, la spalla ecc. L’altro giorno mentre era seduto sul seggiolone, l’ho visto piegarsi e addentare il tavolino. L’ho visto leccare il telefono, il telecomando e qualunque oggetto della casa.
Ogni mattina, nel mondo, una mamma si alza e saprà che dovrà correre più veloce del neonato per togliergli dalla bocca cose che non sono fatte per essere messe in bocca.

3) La bocca a sei mesi non è fatta solo per ciucciare ma anche per fare le pernacchie. Il pargolo a sei mesi fa le pernacchie una, due, tre, mille volte, tutto il giorno. Ed è divertente. Ti diverti un sacco il primo giorno, il secondo, il terzo e poi ti domandi se qualcosa nella testa del neonato non vada per il verso giusto. E allora ti ritrovi a googolare la frase “neonato di sei mesi fa le pernacchie” e capisci che in realtà qualcosa che non va c’è, ma nella testa della mamma, non in quella del bambino.

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