Lettera pulp al figlio

Appunti per quando crescerai

Caro tu,
come chi? Tu! Tu mio piccolo inquilino, rospo di felicità, colibrì e tanti altri soprannomi che ti spiegano. Nomignoli così raccontano di te, della tua storia giorno dopo giorno e anche un po’ di me.
Eri un inquilino quando mi abitavi la pancia, sei stato un rospetto piccolino e pieno di felicità quando sei nato ed ora sei il mio colibrì che muove veloceveloce le braccia quando mi vede.
Stai crescendo che manco ti concimassi, e tra qualche anno quando sarai in grado di capire le faccende della vita (quanto fa filosofa figa dire le “faccende della vita”? e io si sa, di filosofia ne mastico a pacchi, bello di mamma) ti parlerò di sta roba che scritta così fa tanto lettera al figlio. Non posso negare l’essenza e lo stile narrativo della lettera ma rivista e riadattata alla mia persona di mamma pulp.

Certi giorni mi odierai perché non sono quasi mai come le altre mamme. Certi giorni mi amerai per lo stesso identico motivo.

Rientrando da scuola non troverai odore di torta fatta in casa (a meno ché io non sia più io e qualche creatura si sia impossessata di me medesima) ma spesso ci sarà sushi d’asporto, salsa di soia per terra e il gatto che mangia sul tavolo.

Non sono quel genere di mamma che ti stirerà le mutande, perché manco le maglie ti stirerò dato che casa nostra non è ferromunita (sono fortemente contraria a questo elettrodomestico). Diventerai però bravissimo nella caccia ai pantaloni puliti come fossero un tesoro da conservare gelosamente. Ci scapicolleremo a scuola dannatamente in ritardo intonando una canzone trash, di quelle che piacciono a me, ma che a quanto pare neanche tu disdegni.

Ci sarà poca televisione nella nostra vita, perché alla mamma la tv non piace, ma ci saranno un sacco di aperitivi al mare all’ora del tramonto e IG stories come se piovesse, di te che scorazzi e fai dei guai.
Mi ingozzerò di patatine e ti dirò che tu non potrai mangiarne perché sei piccolo e ti rovini la cena. Questo è ciò che ci si aspetta dica una madre, se poi tu mi ruberai quelle patatine io che cazzo ci posso fare? Quindi mangiatele e sparisci che tanto la cena non te la rovini perché te magni pure le gambe del tavolo.

Non sarò sempre presente ma ti insegnerò a non avere paura quando non mi vedrai. Ci sarò in ogni tua tappa fondamentale, per le coccole e per quel tempo solo nostro, che non è tutto il mio tempo ma è un tempo tutto dedicato a te.
Non rinuncerò invece alle ore che i miei sogni richiedono e alle cose che voglio fare ma li adatterò alle tue esigenze e ai tuoi progressi proprio come sto facendo. A volte non stare con te, non esserti vicino, è un magone che lì per lì fatico ad ingoiare ma so che se non lo butto giù, se non vado via intendo, se non mi coltivo e non mi soddisfo mi intristisco. So anche che la mia assenza è fondamentale per la tua crescita quanto la mia presenza ed esserci sempre h24 forse non ti farebbe diventare la persona che vorrei tu diventassi: estroverso, socievole ed entusiasta delle persone.

Spenderemo dei soldi. Se ci saranno li spederemo, anche in cose che non ci servono. Non temo di crescerti viziato perché quando poi questi soldi non ci saranno ti attacchi a stocazzo. Ma nei momenti buoni, voglio dirti, bisogna godere e in quelli cattivi si fa senza.

Spero con tutto il cuore di fare numerosi viaggi, lontani e faticosi. Certi posti ti faranno cagare, con me non si va mica nei villaggi. Un giorno però, apprezzerai lo spirito di adattamento che questi luoghi ti hanno trasmesso. Non mi ringrazierai ma saprò lo stesso di averti fatto vedere la meraviglia.

Avremo dei gatti, un cane e andremo al mare con dei gonfiabili improbabili. Ci litigheremo i regali di Natale perché ne riceverai più tu e a me questo non va bene per niente. Per il tuo compleanno compreremo due torte perché sarà anche il compleanno del babbo. E quando farai uno sport ti dirò sempre che sei bravissimo, anche se sarai una schiappa, ti dirò che sei bravissimo. Non è educativo? Frega! Tanto ci penserò io a temprarti il carattere non di certo una partita sbagliata.

Per il resto del tempo guarda e impara.
Non da me ma dal babbo, è lui quello sensato di casa.

lettera pulp al figlio

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